In un mondo sempre più competitivo, le aziende devono fare di tutto per rimanere al passo con i tempi.
Molte aziende considerano giustamente la digitalizzazione uno dei modi per farlo, poiché consente di ottimizzare la catena di approvvigionamento, riducendo allo stesso tempo i costi e aumentando la produttività. Soprattutto perché si riducono i tempi legati alla ricerca ed elaborazione dei dati e di conseguenza sono velocizzate una serie di decisioni e operazioni transazionali lungo l’intera catena del valore.
Tuttavia, la digitalizzazione da sola non è sufficiente per assicurare la sostenibilità umana, economica e della supply chain.
Per ottenere una catena di approvvigionamento sostenibile, è ancora oggi sempre più necessario eliminare gli sprechi che si annidano all’interno dell’organizzazione, nei processi di gestione e spesso nel modo di pensare “non sostenibile” di molte persone.
Dalla letteratura sappiamo che ogni attività che non aggiunge valore al prodotto o servizio finale è considerata spreco.
A proposito di sprechi, non possiamo restare indifferenti di fronte alle cifre sconcertanti degli sprechi nella regina delle Supply Chain: la catena alimentare.
Secondo l’UNEP Food Waste Index 2021, nel 2019 sono stati generati circa 931 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, arrivando a concludere che il 17% della produzione alimentare globale non viene di fatto utilizzato e diventa, pertanto uno spreco.
Nella sola Unione Europea il 10% di tutte le derrate alimentari prodotte non vengono usate, vengono sprecate. Paradossale, se pensiamo che allo stesso tempo, sempre in Europa, circa 36,2 milioni di persone non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni.
Tra le cause di questi sprechi possiamo trovare fattori legati a una errata gestione della supply chain:
Eliminare gli sprechi nella supply chain è uno dei modi più efficaci per assicurare una catena di approvvigionamento sostenibile. Eliminare gli sprechi nella supply chain può aiutare le aziende a:
Nell’ambito logistica e supply chain possiamo purtroppo riscontrare frequenti errori macroscopici. In Italia molte aziende trattano i fornitori come “commodities” e spesso il principale obiettivo che si prefiggono nelle trattative di acquisto è semplicemente il prezzo più basso.
In un progetto, guidato con la mia azienda Lenovys, per una big process manufacturer multinazionale (678M di fatturato in Italia) sono stati raggiunti brillanti risultati in termini di miglioramento dell’efficienza delle linee e della riduzione degli sprechi in produzione, driver fondamentali per la sostenibilità economica aziendale.
Il progetto ha avuto espansione anche in area logistica e supply chain. Sono state messe in atto azioni per la riduzione delle scorte a livello nazionale in un modo sostenibile nel tempo ossia risolvendo alla radice i problemi che le rendevano necessarie.
Com’è stato possibile ridurre gli stock dell’azienda?
Queste fasi di analisi approfondite ha portato il team a vedere sprechi che prima non erano evidenti e ha permesso di individuare chiaramente le priorità di azione.
Inizialmente tutti erano convinti che il motivo principale che rendeva indispensabile l’attuale livello di scorta, fosse legato ai lotti di produzione o di consegna, troppo alti per permettere di ridurre i magazzini; quantificando però queste cause alla radice il team si è reso conto che questo fattore pesava soltanto per una piccola percentuale sul totale del valore a scorta!
Ben più importanti erano invece il processo di pianificazione non ottimizzato e i suoi parametri di funzionamento, come le frequenze di pianificazione e le scorte di sicurezza.
Nel solo primo anno di implementazione delle contromisure l’azienda ha ridotto gli stock del 25% nelle materie prime e nel prodotto finito del 33%. Questo miglioramento è stato apprezzato anche negli anni successivi, garantendo nuove opportunità per l’azienda.
La sostenibilità umana, economica e ambientale è una priorità assoluta per molte aziende.
Se le aziende adottassero pratiche sostenibili, potrebbero contribuire a ridurre l’impatto ambientale, aumentare la produttività e migliorare la qualità della vita dei lavoratori. Inoltre l’ottimizzazione delle scorte, l’analisi approfondita della supply chain e alcune contromisure per eliminare la sovraproduzione possono aiutare le aziende a gestire meglio le risorse, ridurre i costi e aumentare la sicurezza delle forniture. Questo può aiutare a creare un futuro più sostenibile per tutti.
Nel mio ultimo libro “Il Management nell’epoca dell’incertezza” esploro le strategie manageriali per essere più flessibili in ogni parte dell’azienda in un periodo così complesso, incerto e variabile come quello che stiamo vivendo.
Spunti e strategie pratiche per rendere più compatta e forte l’azienda, per prendere decisioni migliori, per innovare e sperimentare con maggior impatto sul mercato, per gestire al meglio i cambiamenti personali e aziendali.