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Sono sempre rimasto colpito dalle leggi biologiche e come queste ci consentono di sopravvivere in un ambiente in mutevole ed eterno cambiamento.
Il corpo umano, ad esempio, è un fantastico esempio di trasformazione continua. Cambiamo pelle ogni 28 giorni. In questo periodo tutta la cute che ricopre la nostra superficie corporea si rinnova attraverso la rigenerazione cellulare, sinonimo di vita e di energia.
Tutto questo avviene 12 volte all’anno e 120 volte ogni 10 anni.
I meccanismi di rigenerazione coinvolgono quasi ogni cellula del nostro corpo: fegato, polmone, unghie, capelli, sangue, ossa. Strano da credere, ma anche il nostro scheletro ogni 7-8 anni si rigenera integralmente.
Trovo singolare che questa “capacità” di cambiamento e adattamento del corpo umano, non la ritroviamo in tutte le persone quando a dover rigenerarsi sono le nostre conoscenze e abitudini.
Ci sono persone che assecondano l’inclinazione naturale alla trasformazione permanente e che allenano la propria attitudine al cambiamento continuo attraverso la crescita personale e professionale. Sono coloro che si dimostrano più preparate alle variabilità e alle incertezze esterne, e che sono predisposte a trasformare gli errori in opportunità di apprendimento.
E poi ci sono le persone che restano statiche, attaccate ad un’unica definizione di sé e degli altri, ad abitudini cristallizzate nel tempo, e che rinunciano all’esplorazione di nuove vie per crescere, cambiare e imparare dall’esperienza.
Allo stesso modo anche le aziende, in quanto sistemi strutturati di persone, si dividono tra quelle allenate al cambiamento continuo e quelle attaccate alla staticità.
In un’epoca di incertezza, quest’ultime sono una “specie” a rischio estinzione, perché ciò che ha funzionato ieri oggi può non funzionare più. Se ieri l’efficienza era condizione sufficiente e necessaria per generare valore, oggi può non essere sufficiente poiché conta di più l’efficacia, la capacità di rispondere rapidamente a un cliente che ha cambiato idea o far cambiare rapidamente idea al cliente attraverso sperimentazioni, dati e fatti messi velocemente a sua disposizione.
Le aziende che vogliono prosperare in questo momento storico devono quindi sempre più acquisire le caratteristiche di un organismo vivente e continuamente trasformarsi.
Perché cambiare pelle fa bene non solo alla nostra salute, ma anche a quella delle aziende!

Nel mio ultimo libro “Il Management nell’epoca dell’incertezza” esploro le strategie manageriali per essere più flessibili in ogni parte dell’azienda in un periodo così complesso, incerto e variabile come quello che stiamo vivendo.
Spunti e strategie pratiche per rendere più compatta e forte l’azienda, per prendere decisioni migliori, per innovare e sperimentare con maggior impatto sul mercato, per gestire al meglio i cambiamenti personali e aziendali.